Se le dai ascolto vedrai che la scorgerai: è quella cosa indefinita e strana che senti nel cuore, che vuole affiorare, emergere … a dispetto di tutti gli sforzi che fai per ignorarla. A volte è un disagio, altre volte serpeggia come un’euforia, a volte è pesante come il piombo, altre leggiadra come l’aria.
Tu ascoltala, siediti, chiudi gli occhi e partoriscila: è la tua emozione del momento. Dalle un nome, riconoscila perché non diventi un’orfana, senza un genitore, senza un nome e cognome. Non ignorarla come se non esistesse, ma dàlle spazio … anche se questo significherà scendere nel buio e far uscire lacrime e dolore … magari invece ti tirerà fuori un sorriso nuovo, conquistato al tuo cuore da duro.
Non fare l’indifferente/disinvolto. Non avere timore di uscire allo scoperto, di mostrare a te stesso la tua fragilità. Sei un uomo, non sei un automa! Dedicale dieci minuti (dieci!) del tuo tempo e dàlla alla luce. Solo dopo che lo avrai fatto le sarai grato perché è venuta a farti visita: potrà essere un’emozione negativa e partorendola l’avrai cacciata fuori da te liberandotene.
Potrebbe invece essere un’emozione positiva, che ti scalda il cuore e ti arricchisce lo spirito. Non averne paura, solo entrandovi dentro e conoscendola potrai scegliere se darle il benvenuto e soggiornarvi o salutarla dicendole addio.