Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elìa si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
(Primo Libro dei Re, 19, 11-13)
Prendo spunto da questo brano della Bibbia, in cui il profeta Elia riconosce la presenza del Signore nella brezza leggera, perché lo trovo iconicamente efficace per descrivere un percorso di consulenza alla persona. Il Signore, nel nostro caso la verità della persona, non si annida nelle passioni che ci travolgono, bensì nella pacata introspezione del cuore.
Vento impetuoso, terremoto e fuoco possono essere ragionevolmente espressione di tutto quello che spesso agita i nostri vissuti e soprattutto le nostre giornate no.
Nel pieno della tempesta, siamo percorsi dalle emozioni più varie. Di solito, agiamo sull’onda di quello che istintivamente sentiamo e cioè sui consueti percorsi neuronali scavati nella nostra mente dal tempo.
Ma, come nel brano della Bibbia, la nostra verità non è contenuta nello scalpitìo furioso che ci assale di fronte al problema. E questo non significa che le nostre emozioni non siano autentiche e veraci, al contrario esse sono sicuramente genuine.
Quella che è meno veritiera, invece, è la nostra interpretazione della realtà, filtrata dalle lenti colorate delle nostre esperienze pregresse, che hanno radicato in noi, nel tempo, le convinzioni che ci portiamo dentro.
In ogni caso, dove non c’è un’abitudine consolidata all’autoascolto, diventa facile disperdersi nei pensieri e nei comportamenti di sempre, che ci riconducono ogni volta daccapo agli stessi problemi, senza mai farci evolvere verso nuove condotte.
Come in una spirale predeterminata che ci precipita ora in basso, ora in alto, a seconda dell’umore del momento, possiamo così condurre noi stessi, in luoghi dove la realtà è contaminata da una visione spesso falsata, che ci crea disagio e confusione.
La consulente familiare può essere la persona che ci prende per mano, sottraendoci alla furia del vento, allo sconvolgimento del terremoto e al terrore del fuoco, per accompagnarci nel nostro viaggio interiore che ci condurrà a una brezza leggera, che non infierisce, ma ristora dall’arsura.
Ella ci aiuta a fare luce nella veemenza delle nostre passioni, affinché possiamo autenticamente ascoltarci ed entrare in contatto con quella parte di noi, con cui forse non abbiamo mai parlato.
Con la sua professionalità, asseconda il nostro passo e ci accompagna con gradualità a scoprire aspetti inediti di noi stessi e della nostra relazione con gli altri.